martedì 17 gennaio 2017

Al Bruno Munari

In alcuni bar, all'Isola, ci sono ancora le lucine di Natale e le scritte di auguri. Spero che rimangano su tutto l'anno. Anche in via Toce, che fino ad oggi non sapevo esistesse, ho scoperto qualche traccia del Natale, rimasta appesa come su un albero dimenticato. Cose che scopri quando smetti di pensare solo agli affari tuoi e ricominci a guardare il mondo intorno a te, che pulsa, vocia, si sposta con moti non sempre prevedibili.
C'è il Parco Bruno Munari, in via Toce. Bambini che giocano sui castellini, le altalene e tutto il resto. Se una volta viene Christian, posso portarlo qui, penso. Qualche baby sitter, un vecchio, un padre al telefono, gambette che corrono coperte da cilindrotti di piumini blu. Un sacchetto contenente qualcosa, lasciato incustodito su una panchina.
Sul cancello che delimita il parchetto, fogli colorati dentro a camicie di plastica, a ripararli in caso di pioggia. Mi avvicino, sono biglietti di Natale scritti dai bambini di qualche scuola nei dintorni. Appesi a mo' di festoni, un po' a casaccio e incurvati dall'umidità. Ne leggo qualcuno - i soliti pensierini sulla neve e sui doni. Poi il mio sguardo si ferma su questo.



Gesù aiutaci ad essere più buoni e più tolleranti e a tenere la nostra famiglia unita.

La mia famiglia, quella che io considero tale, è molto unita. Ma non tutta la mia famiglia è unita, ce ne sono pezzetti che si sono persi per strada, che i conflitti hanno separato. C'è una cugina che ogni tanto sogno, eravamo molto amiche, ma non ci parliamo più. Lei non parla più con nessuno di noi, in realtà. Ha preso la sua strada, noi le nostre. A volte mi chiedo se dovrei chiamarla, per lo meno mi chiedo perché la sogni. Ne ho parlato coi miei qualche sera fa a cena, per sapere cosa ne pensassero. Loro che solitamente sono sempre per la riconciliazione e il perdono, mi hanno dato una risposta che non mi aspettavo. Lascia stare. Non è necessario che tu lo faccia. Anche noi lasciamo stare, con alcune persone, quando se ne sono dette e fatte troppo grosse. Probabilmente hanno ragione, ma mi rattrista molto quando le famiglie si spezzano. Guardo questo biglietto e penso che un bambino, non troppo lontano da casa mia, ha già paura che qualcosa nella sua famiglia si rompa. O magari è già successo.

Passo al biglietto successivo.




Buon Natale soprattutto ai bimbi che sono tristi senza regali e che vengono dal mare o sono in paesi dove c'è la guerra. Gesù bambino porti la pace e la felicità per tutti.

Questo mi sembra subito un biglietto un po' imbeccato, per così dire. Però vale ugualmente. Michele Sigrisinetti ha già capito come gira il mondo, che è pieno di persone che vengono da tanti mari e conflitti. Anche in questo biglietto, come nel precedente, c'è un augurio di tolleranza. Spero che i loro genitori gliela insegnino davvero.

L'ultimo biglietto che leggo è quello che più mi fa venire la neve nel cuore. L'ha scritto Gianlu.


A Natale sono tutti contenti perché arriva Babbo Natale e papà dalla Svizzera.

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